TI STAI CHIEDENDO SE IL PVC E’ CANCEROGENO?

Uno dei dubbi con cui mi scontro quotidianamente nel mio lavoro – gestendo la fase iniziale di un preventivo – è l’eterno dilemma se il PVC sia cancerogeno o meno.

La mancanza quasi totale di informazioni a riguardo – oppure sarebbe meglio dire la disinformazione dei “venditori” – creano confusione nella testa delle persone.

Basterebbe dire che il PVC è tra le sostanze ammesse dal Regolamento Reach dell’Unione europea e che è utilizzato in tante applicazioni che hanno a che fare con l’igiene e la salute umana: tubature per l’acqua potabile, pavimentazioni, arredo, abbigliamento, film per utilizzo alimentare, farmaceutico e medicale come le tasche per il sangue.

Basterebbe aggiungere che il PVC per finestre è talmente insostenibile che il Ministero dell’Ambiente fa rientrare i serramenti in PVC tra i prodotti ammessi per gli Acquisti Verdi all’interno del Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi della Pubblica Amministrazione.

Basterebbe ricordare che chi sta scrivendo queste righe è prima di tutto una persona che ci tiene alla propria salute e a quelle dei suoi familiari tanto da montare gli infissi in PVC anche nella mia personale abitazione.

QUAL È IL MOTIVO PER IL QUALE VIENE RACCONTATA QUESTA BUFALA?

Di solito accade quando il serramento in PVC non è il prodotto che si produce internamente: se ti è già capitato, sicuramente eri da un serramentista di alluminio oppure da un “vecchio” falegname!

MA PERCHÉ LO DICONO?

Secondo la mia esperienza avviene quando non si hanno più argomentazioni valide e si tende ad utilizzare gli strumenti tipici della disinformazione per contrastare l’avanzata di questi prodotti – oramai proprio grazie alle doti di sostenibilità, al ridotto impatto ambientale, alla qualità, alle prestazioni e ai prezzi vantaggiosi, il mercato nazionale della ristrutturazione è composto per oltre il 50% da serramenti in PVC.

È SOLO UNA LEGGENDA METROPOLITANA?

Le voci nascono negli anni ‘70, quando, per ottenere l’alta resistenza dei profili in PVC, si impiegava il cadmio e in seguito, si passò all’utilizzo dei composti al piombo. Oggi (diciamo dagli anni ‘90) i migliori produttori offrono una nuova tecnologia con l’impiego di stabilizzanti ecologici a base, appunto, di calcio/zinco.

Questo significa salvaguardia ambientale, rispetto delle risorse naturali – in quanto riducono l’uso di costose materie prime, energia e materiali- riciclo del materiale – in linea con gli obiettivi fissati dall’Unione Europea, che limitano in modo drastico l’utilizzo del piombo.

La famigerata “longevità” dei profili in PVC è ottenuta grazie all’utilizzo di questi stabilizzanti che migliorano ulteriormente la resistenza agli agenti atmosferici tipica del cloruro di polivinile.

“Ok ok! Però rimane il materiale più inquinante per le finestre!

“NO!

“Come NO! È un materiale chimico (sic!), per forza è il più inquinante!

“Se hai un po’ di pazienza e continuerai a leggere, ti spiegherò il perché.

Un’altra verità che i soliti venditori non ti dicono, è che i reali carichi energetici e ambientali associabili a un prodotto, o a un processo, vanno rapportati lungo l’intero ciclo di vita.

MA COME SI CALCOLANO?

L’unica reale metodologia di valutazione è il Life Cycle Analysis (acronimo LCA), vale a dire Analisi del Ciclo di Vita: non starò qui ad annoiarti con le formule (mentre ci pensavo stavo già sbadigliando…), mi limito a dirti che ci sono due principali indicatori in uno studio LCA (uno energetico e uno ambientale) e che tale studio valuta dall’estrazione delle materie prime, alla prima lavorazione, alla produzione prodotto, alla sua distribuzione e messa in opera, fino alla fase d’uso, manutenzione ed eventuali ricicli.

Le finestre messe a raffronto (modelli dotati tutti dello stesso tipo di vetro e delle stesse misure), hanno dato risultati sorprendenti assegnando il primo posto al PVC:
• PVC: 1.750 kg di CO2 equivalenti
• Legno: 1.800 kg di CO2 equivalenti
• Alluminio secondario: 2.250 kg di CO2 equivalenti
• Alluminio primario: 2.350 kg di CO2 equivalenti

Il mio consiglio è quello di chiedere sempre approfondimenti e numeri, capisci subito chi bluffa e chi invece “sa il fatto suo”!