La stragrande maggioranza delle finestre presenti nel patrimonio edilizio italiano è caratterizzata da una resistenza al passaggio del calore e da una tenuta all’aria, al vento e all’acqua di gran lunga inferiori rispetto a quelle che sono le prestazioni richieste oggi al sistema-finestra, intendendo con questa espressione l’insieme della finestra e di tutti i suoi componenti (sistema di ombreggiamento e/o oscuramento, davanzale, controtelaio ecc.) una volta posti in opera. 

In situazioni del genere la sola sostituzione dei serramenti non solo non è sufficiente ma può essere addirittura controproducente: se è vero infatti che una maggiore resistenza al passaggio del calore della finestra in sé (intesa come insieme di vetrata/telaio/ canalino) e una migliore tenuta all’aria tra ante e telaio comportano una riduzione delle dispersioni di calore per trasmissione e per ventilazione, è anche vero che, venendo a mancare l’effetto “ventilazione naturale” dovuto agli scostamenti anta-telaio presenti nei vecchi infissi, si creano le condizioni ottimali per l’insorgenza di muffe e condensa intorno al perimetro della finestra e all’interno della muratura adiacente.

E’ fondamentale quindi agire sull’intero foro finestra; ciò significa intervenire sul cassonetto (se presente), sul guida-cinghia, sul davanzale o sulla soglia e anche sulle connessioni tra il serramento e la muratura.

Il cassonetto non isolato è forse l’elemento più critico: si è calcolato che un cassonetto “vecchio tipo” ha una trasmittanza media di 4,22 W/m2K se in legno e di 5,66 W/m2K se di metallo, a fronte di una trasmittanza media di 1,50 W/m2K di una vecchia parete in laterizio; praticamente un vecchio cassonetto può considerarsi per l’intera sua lunghezza un vero e proprio ponte termico che comporta una grande dispersione di calore.